La stampa e le poste in Italia nel 1800 21 aprile 2012 | 31 maggio 2014. Ideata e curata da Giorgio Migliavacca
La mostra “La stampa e le poste in Italia nel 1800” (Sala Mercatorum del Museo dei Tasso e della Storia Postale), ideata e curata da Giorgio Migliavacca, membro dell’Accademia Italiana di Filatelia e Storia Postale, mostra alcuni pezzi della collezione di Umbertomaria Bottino (1925-2006), collezionista e filatelico.
La collezione Bottino conta una quarantina di volumi di interesse internazionale.
Lo scopo dell'esposizione è quello di mostrare il nesso inscindibile tra posta e carta stampata nell’Italia ottocentesca, e ha come filo conduttore la spedizione, gli abbonamenti, le affrancature e le tassazioni, la pubblicità e la censura.
Il XIX secolo rappresentò un periodo di forti rivoluzioni e progressi in campo sociale, economico, scientifico e comunicazionale: la diffusione della Rivoluzione industriale fuori dai confini inglesi, le riforme sociali, la creazione e lo sviluppo di nuovi mezzi di trasporto accanto a quelli tradizionali, incisero profondamente sul sistema postale.
Durante la Restaurazione il ruolo rivestito dalla posta nella crescita e nella diffusione della stampa fu notevole, a cominciare dagli abbonamenti postali e dalle corrispondenze inoltrate alle varie testate giornalistiche. Nello stesso tempo la posta divenne un veicolo per la diffusione della stampa: i giornali erano recapitati usando preferibilmente il servizio postale e la stessa gestione degli abbonamenti avveniva direttamente negli uffici postali.
Gli stati preunitari, a cominicare dal Regno di Sardegna, crearono timbri speciali per l’invio dei periodici mentre in altri, come nel Regno Lombardo-Veneto, si introdussero particolari francobolli e segnatasse, volti a filtrare gli invii dall’estero.